Il ritorno di Utopia : Guerra tra Poveri su Clash of Clans

Il ritorno di Utopia : Guerra tra Poveri su Clash of Clans

Il ritorno di Utopia : Guerra tra Poveri su Clash of Clans

Quando si leggerà il titolo si andrà a pensare a qualcosa di stupido sicuramente. Ma non si è mai stati tanto seri, perché oggi andremo a parlare di quello che è il cuore del mondo ” Clash Of Clans ” : i Players.

I players non sono villaggi, non sono oggetti, non sono proprietà di un padrone. Sono persone. Con un’identità propria, univoca e meritevole di rispetto; con una coscienza e una morale.
È sempre più diffusa la tendenza a trattare i players come numeri, un mero traguardo per arricchire le proprie fila di followers, come se fossero tanti piccoli bit che formano la scritta “sono il più forte!”, o “il primo!”, o “il migliore!”

Purtroppo per chi la pensa così, noi (si, noi, caro lettore) non siamo questo. Siamo coscienze individuali, con un proprio intelletto (beh, dai, chi più chi meno), uniti sotto un’unica bandiera.
Non quella effimera vostra, però. Noi siamo uniti sotto la bandiera dell’amore per Clash of Clans. E questo si traduce in clan in cui tante menti diverse danno fiducia al proprio capo, perché quest’ultimo non si comporta da “dio supremo” che ti ordina di non respirare e ti espelle se lo fai, ma si comporta da leader, che suggerisce come procedere e dare la giusta strategia, il giusto obiettivo al clan: valorizzare le persone.

Perché i players non sono merce di scambio per le community, là dove un player viene “rubato” ad un clan rivale per il gusto di una ripicca. I players non sono villaggi da scartare semplicemente perché nel clan è arrivato una persona con più trofei, e quindi mi fa comodo averlo in ottica da “top 100” a scapito di chi, magari, in quel clan ha lottato per mesi, dando l’anima per farlo crescere di livello e di prestigio, piangendo e ridendo come amici, e poi gettato nell’angolo come l’asciugamano fradicia di un pugile intontito.
Noi siamo Persone, non la vostra bandiera; noi siamo il clan, ma non il vostro clan; noi siamo l’anima di queste community , ma non la vostra community.
Quando parlate di noi clasher, di noi players, di noi persone, portate rispetto; e toglietevi il cappello quando scegliamo un clan oppure una community, perché noi ne doventiamo linfa vitale: senza questa linfa, senza di noi, non andrete avanti e sparirete (e quante volte abbiamo letto di clan in declino sebbene il capo fosse attivo ed in gamba?)

E tu, player, prendi consapevolezza di questo: tu sei una persona, degna di rispetto per la sua singola identità e personalità.

E chi gioca al “chi è chi”, ti getta in una guerra in cui non avevi la minima intenzione di entrare. La guerra dei poveri cristi gettati allo sbaraglio, beffati, traditi, e che pure, in questo sfacelo immane, riscoprono in sé la la dignità di giocare. La dignità di essere considerato in base a quello che sono, e non in base a quello che tu vuoi che io sia.

Io sono una persona.

Francesco Patrizi e Simon C.


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