Una sottile linea tra equilibrio e Clash of Clans

Una sottile linea tra equilibrio e Clash of Clans

Oggi ospito un pezzo di un amico che è stato scrittore su questo blog.

Ospitò lui i miei primi racconti di Clash e oggi gli ricambio con piacere la cortesia.

Ti ricordi quando hai incominciato a giocare? Io sì. Era il 3 settembre vattelapesca. Vedevo il villaggio crescere, poi ho scoperto che c’erano i clan, le War tra i clan (quelle sono venute dopo, ancora non c’erano), i giochi, le leghe…

E ti ritrovi in un clan, dove entri e dici 4 parole: buongiorno, buonasera, buon Natale, buona Pasqua. Ma pian piano cominci a legare con quel player, piuttosto che un’altro. Cominci a provare l’adrenalina da tris, diventi anziano. Spieghi gli attacchi, e ti fai spiegare ciò che ancora non sai. E ti affezioni a gente che ti aiuta a superare i tuoi limiti, o magari c’è quello che ti piace, o ti piacerebbe come fidanzato, o come botta e via. O c’è quella che ti farebbe piacere tantissimo conoscere, e magari vedere com’è fatta. E ti ritrovi a parlare sempre più spesso di te ad altri che non conosci ma che ti entrano dentro casa tutti i giorni, subito dopo il jingle supercell. Cominci a fare parte di un qualcosa più ampio, una entità “Cloud” chiamata Clan. O, se vai ancora più avanti, chiamata Community.

Cominci a creare relazioni personali digitali e ad affezionarti. Ad affezionarti in un mondo che fa differenza però tra un th maxxato e un th3. A dare te stesso a chi pragmaticamente non accetta altre visioni che la propria, a dare divertimento agli altri, ma non a te stesso. E ogni mattina ti svegli, apri Clash, e ti ripeti:

Put on a Happy face.

In inglese suona meglio. Significa “fai una faccia felice”.

Anzi, “mettiti” una faccia felice. Perché te, da buon Joker che sei diventato, non hai più la tua identità. Te la metti. E poi boom. Esplodi.

Perché ad un certo punto non sei più in grado di distinguere cosa c’è di buono e cosa è da buttare, e cominci a non divertirti più. E il gioco, da momento di divertimento, diventa causa di tutti i tuoi scazzi.

Esplodi perché fai troppo e dai troppo e in troppi si aspettano da te un supporto che purtroppo sono abituati che tu dia. TroppotroppotroppoBOOM.
Come tante Jean Grey, tante Daenerys Targaryen, tanti Thanos.

Personaggi che hanno un potere immenso, e che devono esplodere perché il loro potere è talmente immenso da risultare distruttivo, dopo un po’.

Ho visto tanti esplodere, coniugi che vietavano il gioco, crisi di nervi, clan distrutti in un giorno casomai dopo una serie da oltre 20 vittorie di fila, mutismi infiniti e fanculo a tutti.

Sono esploso anche io, prima dentro, poi pubblicamente. BOOM.

Ma gioco ancora a Clash.

E ti spiego il perché. Perché mi sono reso conto di ciò che davvero contava per me. Perché sono riuscito a scindere cosa facevo per consuetudine, per routine. A dividere il desiderio mio, da quello altrui. Ad allontanare chi mi usava, e ad avvicinare chi invece tiene a me.

Perché ho capito davvero cosa sia l’equilibrio. E dov’è che molti sbagliano. L’equilibrio è un punto fermo.

No.

Prova a dirlo a chi cammina su un filo, a stare fermo. Non può. E non puoi nemmeno te. L’equilibrio è quella linea sottile tra te, e tutto il resto. Tra te, e Clash of Clans. Tra il tuo modo di giocare a Clash, e quello degli altri.

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Equilibrio tra Clash, e vita privata: si può?

E cambia di continuo, ogni giorno, ad ogni connessione, evento, plan, chat, servizio agli utenti, logo, locandina, scazzo o litigata. E come lo trovo? Te lo dico io. Gioca a Clash con chi ti fa stare bene. Con chi non ti giudica ogni attacco, non ti sminuisce per un fail. Con chi ti critica in modo costruttivo, non con chi è pronto a puntare il dito, ma non ha mai fatto nulla.

Con chi invece di parlare, fa. Con chi non scambia il clan per tinder. Con chi ti dice le cose in faccia, e non ti parla alle spalle. Con chi si preoccupa per te, non per il tuo villo.

Rimangono in pochi, lo so. Io ne ho alcuni, con me, in clan.

E su 40 War, ne abbiamo perse due. Perché quando giochi senza pensieri, non ti ferma nessuno.

La faccia felice io non la devo mettere. Perché lo sono.

Simon C.

Dedicato a Thanos, Daenerys, e Jean Grey.

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